venerdì 30 novembre 2007
IV giorno sciopero della fame
Comunicato
Sono la mamma di Emanuele Lo Bue, il bambino di 7 anni in coma dallo scorso 10 aprile a causa di una banale operazione di appendicite.
Ecco, in breve, la storia.
Emanuele è sempre stato un bimbo sanissimo. Il 10 aprile 2007 è entrato al “San Raffaele” di Milano per un’appendicite. Durante l’anestesia, non si sa ancora esattamente per quale motivo, è rimasto senza ossigeno per parecchi minuti, forse 15, forse di più. Successivamente è stato in terapia intensiva per due mesi e ha subito l’asportazione della teca frontale perché la pressione endocranica è aumentata a dismisura. Il 28 maggio 2007 è stato dimesso con la corteccia cerebrale distrutta, il cervello a macchia di leopardo, senza osso frontale e in stato di coma neurovegetativo. Da allora il bambino si trova ricoverato presso il centro di riabilitazione “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini (Lecco). Viene nutrito artificialmente, ha subito cinque operazioni e molte TAC. Il 10 settembre 2007 è tornato al San Raffaele per ripristinare la calotta cranica e l’operazione è andata bene.
Ma lui è sempre in coma.
Uno stato “irreversibile” secondo la diagnosi, ma noi genitori, con il sostegno di familiari e amici, non vogliamo arrenderci. Non smettiamo mai di cercare in tutti i modi informazioni su una possibile riabilitazione, cure d’avanguardia o anche un’eventuale ennesima operazione. In Italia o nel mondo.
Se esiste una possibilità di restituire a Emanuele una vita normale, ogni strada dev’essere percorsa.
In questi mesi mi sono personalmente adoperata affinché il mondo dei media portasse la storia del mio bambino a conoscenza di tutti. Uno dei miei strumenti è stato lo sciopero della fame.
Il 10 ottobre scorso, subito dopo la mia partecipazione alle trasmissioni TV “Uno mattina” (RAI 1) e “Piazza Grande” (RAI 2), sono stata convocata, insieme al sindaco di Cologno Monzese Mario Soldano, dai vertici del San Raffaele.
Quel giorno il “San Raffaele” ha fatto le seguenti promesse:
· il San Raffaele percorrerà ogni strada cercando anche fra gli ultimi risultati della ricerca scientifica;
· i medici del San Raffaele controlleranno che le terapie riabilitative somministrate a Emanuele alla clinica La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, Lecco, siano adeguate;
· il San Raffaele si impegna a supportare la famiglia anche quando il periodo di riabilitazione terminerà ed Emanuele dovrà tornare a casa.
Da quel momento, però, la collaborazione del “San Raffaele”, come anche quella dell’Istituto “La Nostra Famiglia”, è stata decisamente scarsa.
Il 12 dicembre, a dispetto di ogni miglioramento, Emanuele sarà dimesso. Da più di tre settimane, inoltre, il numero di fisioterapie eseguite giornalmente sul piccolo è sceso da 11 a 5, a dire dei responsabili in previsione di una riduzione che normalmente avviene quando il bambino è a domicilio, in modo che l’impatto per i famigliari sia meno forte.
La nostra famiglia, con la collaborazione di parenti, amici e gente comune, si è adoperata per contattare numerosi ospedali e centri di riabilitazione specializzati in tutto il mondo, nella speranza che, da qualche parte, esista una terapia che possa aiutare il nostro bambino. A Cleveland, ad esempio, è sito unodegli ospedali più all'avanguardia degli Stati Uniti, presso il quale i medici sono riusciti a ottenere su pazienti in condizioni simili a quelle del piccolo Emanuele risultatimiracolosi, attraverso l'inserimento di speciali microchip nelle partidanneggiate del cervello. Numerosi altri centri sono presenti in varie parti del mondo, ed è stata nostra cura contattarli tutti, vagliando ogni possibilità e non lasciando nulla al caso.
In ciò, la collaborazione dei presidi sanitari è stata davvero esigua.
Dopo oltre un mese di attesa, lo scorso 21 novembre l’ospedale di Cleveland ha finalmente ricevuto la documentazione medica dal “San Raffaele” e la relazione dell’Istituto “La Nostra Famiglia”, tradotta e inviata da me con l'aiuto di un gruppo di mamme e non da chi doveva aiutare il mio cucciolo.
Paghiamo subito 565 dollari (!) e fra un mese avremo una risposta.
È GIUNTO IL MOMENTO DI MANTENERE LE PROMESSE!
Il “San Raffaele” deve curare Emanuele e adoperarsi in qualsiasi modo per organizzare il viaggio della speranza, che è possibile presso uno dei centri internazionali con i quali siamo in contatto. A tale scopo,
da oggi riprendo lo sciopero della fame.
Voglio aiuto per mio figlio, un piccolo angelo indifeso che si trova in un letto di ospedale non per colpa sua, ma per un destino infausto.
Ora dico basta: non voglio più sentire il suo pianto di sofferenza e disperazione. Nei suoi occhi si vede uno sguardo di inconsolabile tristezza e dolore. Perché lui soffre.
Da domani, sorretta dalla forza di tutte le mamme, tantissime persone e un angelo speciale andrò fino in fondo.
Questa volta non mi fermo.
Il mio bambino ha bisogno di aiuto. Vi prego, fate tutto il possibile per comunicarlo al mondo.
Grazie!
Eleonora Crespi, madre di Emanuele Lo Bue
con il sostegno di familiari, parenti, amici e volontari da tutto il mondo
Contatti
E-mail: eleonora.crespi@alice.it
Cellulare: 333 2915163
Tel. abitazione: 02 27303754
Blog: http://salviamoemanuele.blogspot.com
Conto Corrente pressoBanca Popolare di Milano, filiale di Cologno Monzese (MI)
Coordinate Bancarie:Intestazione: "Salviamo Emanuele"D 05584 32970Conto Corrente n. 500
Coordinate Estere:
Cod. IBAN: IT22 D 05584 32970Cod. SWIFT : BPM I I TMM068
Sono la mamma di Emanuele Lo Bue, il bambino di 7 anni in coma dallo scorso 10 aprile a causa di una banale operazione di appendicite.
Ecco, in breve, la storia.
Emanuele è sempre stato un bimbo sanissimo. Il 10 aprile 2007 è entrato al “San Raffaele” di Milano per un’appendicite. Durante l’anestesia, non si sa ancora esattamente per quale motivo, è rimasto senza ossigeno per parecchi minuti, forse 15, forse di più. Successivamente è stato in terapia intensiva per due mesi e ha subito l’asportazione della teca frontale perché la pressione endocranica è aumentata a dismisura. Il 28 maggio 2007 è stato dimesso con la corteccia cerebrale distrutta, il cervello a macchia di leopardo, senza osso frontale e in stato di coma neurovegetativo. Da allora il bambino si trova ricoverato presso il centro di riabilitazione “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini (Lecco). Viene nutrito artificialmente, ha subito cinque operazioni e molte TAC. Il 10 settembre 2007 è tornato al San Raffaele per ripristinare la calotta cranica e l’operazione è andata bene.
Ma lui è sempre in coma.
Uno stato “irreversibile” secondo la diagnosi, ma noi genitori, con il sostegno di familiari e amici, non vogliamo arrenderci. Non smettiamo mai di cercare in tutti i modi informazioni su una possibile riabilitazione, cure d’avanguardia o anche un’eventuale ennesima operazione. In Italia o nel mondo.
Se esiste una possibilità di restituire a Emanuele una vita normale, ogni strada dev’essere percorsa.
In questi mesi mi sono personalmente adoperata affinché il mondo dei media portasse la storia del mio bambino a conoscenza di tutti. Uno dei miei strumenti è stato lo sciopero della fame.
Il 10 ottobre scorso, subito dopo la mia partecipazione alle trasmissioni TV “Uno mattina” (RAI 1) e “Piazza Grande” (RAI 2), sono stata convocata, insieme al sindaco di Cologno Monzese Mario Soldano, dai vertici del San Raffaele.
Quel giorno il “San Raffaele” ha fatto le seguenti promesse:
· il San Raffaele percorrerà ogni strada cercando anche fra gli ultimi risultati della ricerca scientifica;
· i medici del San Raffaele controlleranno che le terapie riabilitative somministrate a Emanuele alla clinica La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, Lecco, siano adeguate;
· il San Raffaele si impegna a supportare la famiglia anche quando il periodo di riabilitazione terminerà ed Emanuele dovrà tornare a casa.
Da quel momento, però, la collaborazione del “San Raffaele”, come anche quella dell’Istituto “La Nostra Famiglia”, è stata decisamente scarsa.
Il 12 dicembre, a dispetto di ogni miglioramento, Emanuele sarà dimesso. Da più di tre settimane, inoltre, il numero di fisioterapie eseguite giornalmente sul piccolo è sceso da 11 a 5, a dire dei responsabili in previsione di una riduzione che normalmente avviene quando il bambino è a domicilio, in modo che l’impatto per i famigliari sia meno forte.
La nostra famiglia, con la collaborazione di parenti, amici e gente comune, si è adoperata per contattare numerosi ospedali e centri di riabilitazione specializzati in tutto il mondo, nella speranza che, da qualche parte, esista una terapia che possa aiutare il nostro bambino. A Cleveland, ad esempio, è sito unodegli ospedali più all'avanguardia degli Stati Uniti, presso il quale i medici sono riusciti a ottenere su pazienti in condizioni simili a quelle del piccolo Emanuele risultatimiracolosi, attraverso l'inserimento di speciali microchip nelle partidanneggiate del cervello. Numerosi altri centri sono presenti in varie parti del mondo, ed è stata nostra cura contattarli tutti, vagliando ogni possibilità e non lasciando nulla al caso.
In ciò, la collaborazione dei presidi sanitari è stata davvero esigua.
Dopo oltre un mese di attesa, lo scorso 21 novembre l’ospedale di Cleveland ha finalmente ricevuto la documentazione medica dal “San Raffaele” e la relazione dell’Istituto “La Nostra Famiglia”, tradotta e inviata da me con l'aiuto di un gruppo di mamme e non da chi doveva aiutare il mio cucciolo.
Paghiamo subito 565 dollari (!) e fra un mese avremo una risposta.
È GIUNTO IL MOMENTO DI MANTENERE LE PROMESSE!
Il “San Raffaele” deve curare Emanuele e adoperarsi in qualsiasi modo per organizzare il viaggio della speranza, che è possibile presso uno dei centri internazionali con i quali siamo in contatto. A tale scopo,
da oggi riprendo lo sciopero della fame.
Voglio aiuto per mio figlio, un piccolo angelo indifeso che si trova in un letto di ospedale non per colpa sua, ma per un destino infausto.
Ora dico basta: non voglio più sentire il suo pianto di sofferenza e disperazione. Nei suoi occhi si vede uno sguardo di inconsolabile tristezza e dolore. Perché lui soffre.
Da domani, sorretta dalla forza di tutte le mamme, tantissime persone e un angelo speciale andrò fino in fondo.
Questa volta non mi fermo.
Il mio bambino ha bisogno di aiuto. Vi prego, fate tutto il possibile per comunicarlo al mondo.
Grazie!
Eleonora Crespi, madre di Emanuele Lo Bue
con il sostegno di familiari, parenti, amici e volontari da tutto il mondo
Contatti
E-mail: eleonora.crespi@alice.it
Cellulare: 333 2915163
Tel. abitazione: 02 27303754
Blog: http://salviamoemanuele.blogspot.com
Conto Corrente pressoBanca Popolare di Milano, filiale di Cologno Monzese (MI)
Coordinate Bancarie:Intestazione: "Salviamo Emanuele"D 05584 32970Conto Corrente n. 500
Coordinate Estere:
Cod. IBAN: IT22 D 05584 32970Cod. SWIFT : BPM I I TMM068