lunedì 12 novembre 2007
Una speranza per Emanuele
Una speranza di risveglio per Emanuele forse c'è e se così fosse sarebbe una scoperta straordinaria.Sul numero di Newton, l'inserto del Corriere della Sera che tratta di salute e medicina, pubblicato nel gennaio 2007, Ralf Clauss, professore del ST. Lukes Cancer Center Royal Surrel County Hospital in Gran Bretagna, illustra i risvolti di una scoperta sconvolgente.Lo Zolpidem nasce come un comune sedativo utilizzato da vent’anni per curare l’insonnia, ma dal 1999 è stata ribattezzata la <>.Tutto ha inizio quando il farmaco viene somministrato a un paziente in coma vegetativo per alleviare degli spasmi al braccio. Dopo 25 minuti, la sorpresa: il paziente si era risvegliato dal coma.Dopo questo episodio miracoloso, è iniziata la sperimentazione dello zolpidem su un centinaio di pazienti affetti da gravi traumi celebrali. Di norma il farmaco viene somministrato a chi soffre di insonnia in quanto svolge una funzione di stimolazione sui recettori celebrali che portano al sonno. Nei pazienti in coma vegetativo, esso agisce invece sui tessuti celebrali danneggiati. Dopo diversi esperimenti si è potuto osservare che mentre alcuni pazienti non rispondono al farmaco, altri hanno invece ottenuto risultati miracolosi risvegliandosi dal coma per alcune ore.Dalle ultime ricerche sembra che a lungo termine l’assunzione di questa pillola possa prolungare sempre più la durata del risveglio tanto da far pensare che possa rigenerare in modo permanente i neuroni.Attualmente si sta cercando di migliorare la formulazione dello zolpidem in modo tale da renderlo il più specifico possibile per pazienti con danni celebrali più o meno gravi. In Sudafrica è già in via di sperimentazione uno spray orale in grado di velocizzare il risveglio e ridurre l’effetto sedante della formulazione originale.Si prevede che questo tipo di sperimentazione posso risultare positivo nel 10-15% dei pazienti in coma vegetativo permanente e nel 30-60% dei pazienti con danni celebrali causati da ictus, traumi e danni alla nascita.
dal sito http://www.telefree.it/
mercoledì 27 settembre 2006
RISVEGLIATI DA UN SONNIFERO
Gli scienziati si interrogano sui casi misteriosi di pazienti in coma riportati alla vita da una pillola contro l'insonnia.
Mistero e Ignoto: un sonnifero per non dormire. Per centinaia di malati in coma vegetativo persistente la speranza arriva da un paradosso: un principio attivo per combattere l'insonnia - lo zolpidem - ha già risvegliato dal «buio» una novantina di pazienti in tre continenti. Rinati.
Riaan Bolton, come George Melendez o come Louis Viljoen: condannati dal tremendo verdetto dei medici a una vita da vegetali, hanno riaperto occhi e labbra, riacquistato i movimenti dellemani e del corpo, hanno comunicato con chi avevano accanto. Un'agonia cancellata all'improvviso da una sola pillola, una pastiglia sciolta in un sorso d'acqua su un cucchiaino da tè. Non è il risultato di una ricerca sorprendente condotta da un'équipe di neurologi, ma l'esito ancora misterioso di una scoperta casuale fatta in Sud Africa da un medico generico, Wally Nel. Una scoperta che ha comunque immediatamente acceso l'interesse dei ricercatori, dopo esser stata descritta su una rivista di neuroriabilitazione e diffusa dal quotidiano britannico «The Guardian». Pazienti con lesioni al cervello hanno ottenuto miglioramenti tangibili dopo aver preso questa pillola, un sedativo che avrebbe dovuto calmare i loro spasmi involontari. Chi ha assistito a uno solo dei molti risvegli è sbigottito. Cellule del cervello che si pensavano morte, improvvisamente rinascono. E l'immagine della Tac conferma: le aree nere del cervello s'«illuminano». Riaan, George, Louis, e molti altri come loro, sono usciti dalla loro vita-non-vita. La prima volta è una scena che lascia senza fiato: «Dopo circa 25 minuti dalla somministrazione del zolpidem ho sentito un suono che assomigliava a "Mmm" - racconta la madre di Louis Viljoen, che per cinque anni è andata ogni giorno a trovare il figlio in clinica, e per cinque anni non ha percepito da lui alcun segnale -. Louis ha girato la testa nella mia direzione. Gli ho chiesto: "Puoi sentirmi?". Ha risposto "Sì". "Salutami!", ho detto. E lui: "Ciao mamma". Non ci potevo credere, ho pianto, mentre i medici correvano da lui». Nessuno sa esattamente come una pillola per dormire possa svegliare cellule del cervello verosimilmente morte. La testimonianza del giornalista del «Guardian», presente a un risveglio, pare un racconto di fantascienza: «Dopo nove minuti dalla somministrazione il pallore di Louis scompare. Inizia a sorridere e anche a ridere. Dieci minuti dopo comincio a fargli domande, e malgrado il suo modo di parlare ancora incerto, posso comprenderlo. Un paio di minuti dopo il suo braccio destro si fa meno rigido e il suo lato del viso, bloccato come da una paralisi, si rilassa. Dopo 15 minuti abbraccia la madre». Louis ricorda conversazioni fatte il giorno prima e aggiunge commenti. Che cosa fa scattare l'interruttore che ridà vita? Nei prossimi due mesi si cercherà la risposta in una sperimentazione: prove saranno condotte su nuovi malati in coma in Sud Africa, dov'è stata fatta la casuale scoperta, per ricostruire che cosa succede nei loro cervelli con lo zolpidem. Nell ha un'ipotesi: «Quando il cervello subisce un grave trauma, un agente chimico depressivo, il "Gamma amino butyric acid" (Gaba), sospende le funzioni del cervello per conservare energia e aiutare le cellule a sopravvivere». Nel coma vegetativo persistente «i recettori del cervello che rispondono al Gaba diventano ipersensibili ». Si pensa che durante il processo «quei recettori vengano in qualche modo deformati, al punto da rispondere allo zolpidem in modo diverso dai recettori normali, interrompendo il meccanismo del Gaba». Il sonno, così, s'interrompe. Il potere del sonnifero dura poco più di due ore, e il farmaco che «tradisce» il suo scopo non può essere somministrato in continuo, per i rischi degli effetti collaterali. Paradosso nel paradosso. Mai miglioramenti ottenuti da chi ogni giorno, da mesi, riceve questa pastiglia, dimostrano che il lobo parietale sinistro (la parte del cervello che regola le funzioni motorie) improvvisamente torna a vivere. La casualità della scoperta accende una speranza inestimabile, ma ripropone anche un dilemma, l'interrogativo etico che ha diviso il mondo davanti a Terry Schiavo e lo divide per il caso di Piergiorgio Welby: fino a che punto le terapie destinate a chi è in coma vegetativo persistente sono un accanimento terapeutico, come sostiene più d'uno? Forse le cellule che si credevano morte sono solo «ibernate». Marco Accossato
dal sito http://www.telefree.it/
mercoledì 27 settembre 2006
RISVEGLIATI DA UN SONNIFERO
Gli scienziati si interrogano sui casi misteriosi di pazienti in coma riportati alla vita da una pillola contro l'insonnia.
Mistero e Ignoto: un sonnifero per non dormire. Per centinaia di malati in coma vegetativo persistente la speranza arriva da un paradosso: un principio attivo per combattere l'insonnia - lo zolpidem - ha già risvegliato dal «buio» una novantina di pazienti in tre continenti. Rinati.
Riaan Bolton, come George Melendez o come Louis Viljoen: condannati dal tremendo verdetto dei medici a una vita da vegetali, hanno riaperto occhi e labbra, riacquistato i movimenti dellemani e del corpo, hanno comunicato con chi avevano accanto. Un'agonia cancellata all'improvviso da una sola pillola, una pastiglia sciolta in un sorso d'acqua su un cucchiaino da tè. Non è il risultato di una ricerca sorprendente condotta da un'équipe di neurologi, ma l'esito ancora misterioso di una scoperta casuale fatta in Sud Africa da un medico generico, Wally Nel. Una scoperta che ha comunque immediatamente acceso l'interesse dei ricercatori, dopo esser stata descritta su una rivista di neuroriabilitazione e diffusa dal quotidiano britannico «The Guardian». Pazienti con lesioni al cervello hanno ottenuto miglioramenti tangibili dopo aver preso questa pillola, un sedativo che avrebbe dovuto calmare i loro spasmi involontari. Chi ha assistito a uno solo dei molti risvegli è sbigottito. Cellule del cervello che si pensavano morte, improvvisamente rinascono. E l'immagine della Tac conferma: le aree nere del cervello s'«illuminano». Riaan, George, Louis, e molti altri come loro, sono usciti dalla loro vita-non-vita. La prima volta è una scena che lascia senza fiato: «Dopo circa 25 minuti dalla somministrazione del zolpidem ho sentito un suono che assomigliava a "Mmm" - racconta la madre di Louis Viljoen, che per cinque anni è andata ogni giorno a trovare il figlio in clinica, e per cinque anni non ha percepito da lui alcun segnale -. Louis ha girato la testa nella mia direzione. Gli ho chiesto: "Puoi sentirmi?". Ha risposto "Sì". "Salutami!", ho detto. E lui: "Ciao mamma". Non ci potevo credere, ho pianto, mentre i medici correvano da lui». Nessuno sa esattamente come una pillola per dormire possa svegliare cellule del cervello verosimilmente morte. La testimonianza del giornalista del «Guardian», presente a un risveglio, pare un racconto di fantascienza: «Dopo nove minuti dalla somministrazione il pallore di Louis scompare. Inizia a sorridere e anche a ridere. Dieci minuti dopo comincio a fargli domande, e malgrado il suo modo di parlare ancora incerto, posso comprenderlo. Un paio di minuti dopo il suo braccio destro si fa meno rigido e il suo lato del viso, bloccato come da una paralisi, si rilassa. Dopo 15 minuti abbraccia la madre». Louis ricorda conversazioni fatte il giorno prima e aggiunge commenti. Che cosa fa scattare l'interruttore che ridà vita? Nei prossimi due mesi si cercherà la risposta in una sperimentazione: prove saranno condotte su nuovi malati in coma in Sud Africa, dov'è stata fatta la casuale scoperta, per ricostruire che cosa succede nei loro cervelli con lo zolpidem. Nell ha un'ipotesi: «Quando il cervello subisce un grave trauma, un agente chimico depressivo, il "Gamma amino butyric acid" (Gaba), sospende le funzioni del cervello per conservare energia e aiutare le cellule a sopravvivere». Nel coma vegetativo persistente «i recettori del cervello che rispondono al Gaba diventano ipersensibili ». Si pensa che durante il processo «quei recettori vengano in qualche modo deformati, al punto da rispondere allo zolpidem in modo diverso dai recettori normali, interrompendo il meccanismo del Gaba». Il sonno, così, s'interrompe. Il potere del sonnifero dura poco più di due ore, e il farmaco che «tradisce» il suo scopo non può essere somministrato in continuo, per i rischi degli effetti collaterali. Paradosso nel paradosso. Mai miglioramenti ottenuti da chi ogni giorno, da mesi, riceve questa pastiglia, dimostrano che il lobo parietale sinistro (la parte del cervello che regola le funzioni motorie) improvvisamente torna a vivere. La casualità della scoperta accende una speranza inestimabile, ma ripropone anche un dilemma, l'interrogativo etico che ha diviso il mondo davanti a Terry Schiavo e lo divide per il caso di Piergiorgio Welby: fino a che punto le terapie destinate a chi è in coma vegetativo persistente sono un accanimento terapeutico, come sostiene più d'uno? Forse le cellule che si credevano morte sono solo «ibernate». Marco Accossato